Pillole di yoga…
Alcune posizioni sono conosciute e ambite un po' da tutti, vuoi perché sono scenografiche e vuoi perché presuppongono forza, agilità, flessibilità, oppure tutte queste cose insieme!
Non trovo nulla di male nel voler fare alcune posizioni, anzi ne parlavo anche in questo post! Il viaggio verso alcuni asana è sempre interessante e istruttivo e ci dirà molte cose di noi insegnandoci molto.
Se davvero gli asana sono strumenti e non fini, nessuno strumento deve essere demonizzato di per sé: secondo me l’importante è non farsi condizionare troppo e mantenere presenza, consapevolezza e anche un po' di indipendenza.
Come per shirshasana, ho iniziato a lavorare a questa posizione da sola, utilizzando i tutorial on line, ma soprattutto praticando. Per molto tempo non riuscivo a tenere l'equilibrio, pensavo di non avere abbastanza forza e struttura muscolare, eppure ovunque leggevo che si trattava di allineamenti e spostamento del peso avanti e non di potenza… Alla fine, come capita spesso, di colpo ho avuto l'illuminazione, ho provato di nuovo e il corvo è arrivato!
Ecco perché ora vi propongo la mia piccola guida a bakasana:
- prendersi il tempo necessario a costruire la forza del centro del corpo, delle spalle e delle braccia, in modo da avere una solida base affidabile: chaturanga e le sequenze di vinyasa saranno ottimi alleati!
- utilizzare supporti, blocchi e cuscini, soprattutto davanti al viso. Nel mio caso la chiave era la paura, non dichiarata consciamente, di cadere faccia a terra e una volta ammesso questo limite, iniziare a restare in posizione e consolidarla è stato molto più semplice
- tenere le mani bene aperte sul tappetino, con le dita ben separate tra loro, leggermente ruotate verso l'esterno, e le braccia larghe quanto le spalle, in modo da avere i gomiti e polsi ben allineati: mantenere una bella spinta contro il pavimento sulle mani
- appoggiare le ginocchia sul tricipite, ben sopra il gomito e il più vicino possibile all'ascella, oppure, in alternativa, se fosse troppo difficile o scomodo per noi, all'esterno del gomito
- provare a portare i piedi verso l'alto, con le dita dei piedi verso l'alto e i talloni in direzione dei glutei, in modo da compattare il centro del corpo
- portare i fianchi verso l'alto, con i glutei in alto allineati sopra le spalle con un'inclinazione di circa 45 gradi, in modo da non farci sbilanciare indietro o avanti
- stringere le cosce contro il petto, sempre per compattare il baricentro e renderlo autoportante: addome attivissimo, insomma!
- tenere lo sguardo in avanti e non in basso o indietro: ultimo ma importantissimo, perché dove guardiamo è la nostra direzione (il concetto di Drishti insegna…)