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Yoga in progress 🧘🏼‍♀️

Forse non sono abbastanza rigorosa, ma mi piace sperimentare e provare a capire e sentire cosa è più adatto a me, al mio corpo, alla mia età, al momento presente, ma anche alle mie inclinazioni e alla mia storia.

Nel nostro corpo abbiamo memoria di quello che abbiamo fatto e i miei sport sin dalle elementari sono stati quelli di squadra (pallavolo e softball) e poi anche tennis, corsa, nuoto, trekking… Insomma molta inclinazione alla forza e al risultato, ma anche al divertimento e al gruppo, ecco perché inizialmente pensavo che lo yoga mi dovesse servire per "darmi una calmata".

Verticale sulla testa al monte Servin in val Pellice (Torino)

Sto semplificando e scherzando, ma sto anche dicendo la verità: ognuno su sè stesso ha alcuni
pregiudizi e influenze dei giudizi degli altri, inutile negarlo, no? Pensiamo di essere fatti in un certo modo ("sono fatta così, che vuoi farci?", quante volte l'abbiamo detto?), oppure a furia di prendere facciate e fregature metaforiche col passare della vita e delle esperienze ci convinciamo che abbiano ragione gli altri a giudicarci in un modo o nell'altro.

Io per esempio pensavo di essere troppo fisica e poco propensa allo spirituale, anche un po' prepotente e sicura di me, forse arrogante e poco umile e così, in quel particolare momento della vita in cui ho incontrato lo yoga, inizialmente ero convinta che dovessi imparare la pazienza, la stasi, la lentezza, senza doverle considerare noia, ma equilibrando le mie propensioni e pulsioni che sicuramente erano da fuggire perché troppo istintive.

Quanto mi sono annoiata!

Soltanto dopo mesi di lezioni molto statiche e di flow super "tranquilli" con successioni di poche posizioni e molti respiri in ognuna, ho provato a dare retta anche alle mie spinte più "performanti" senza giudicarle e mi sono impegnata nel voler fare alcune asana, gradualmente e senza fretta, studiando nei minimi dettagli rispetto alla mia capacità e ai miei strumenti, ma provando a praticarle. In particolare ho iniziato con la verticale sulla testa (shirshasana) e dopo un mese di lavoro quasi quotidiano, a piccoli step, sono riuscita a farla come mi ero prefissata: senza saltare, con controllo, cercando di prestare attenzione ai dettagli come la larghezza dei gomiti, la comodità dell'incrocio delle mani, la pressione sugli avambracci, lo spazio tra collo e spalle. Sicuramente non stavo facendo una posizione perfetta, ma la sensazione è stata molto bella perché mi sono sentita la maestra di me stessa!
Da quella prima posizione in poi, che per molti insegnanti è considerata avanzata e da non proporre ai principianti in modo assoluto (cosa vera, per carità, ogni posizione ha controindicazioni, soprattutto se non si pratica in presenza) sono riuscita a trovare stimolo e motivazione per lavorare anche sulle posizioni che ritenevo meno vicine al mio modo di essere e molto più difficili per me, per esempio le aperture del cuore e delle anche e i piegamenti in avanti.

La posizione del corvo laterale (Parsva bakasana o side crow)Ho replicato questo mio metodo intuitivo anche più avanti, quando credevo di non saper fare assolutamente le posizioni di forza sulle braccia, iniziando dalla posizione del corvo (bakasana- kakasana) e se c'è una cosa che ho imparato è che tenere alta l'attenzione su noi stessi è la prima cosa che bisogna sapere dello yoga.

Umiltà sì, ma sempre conoscenza di sè.


E quindi, ecco qua i miei yoga progress (prendere con ironia!): spero che possano essere di aiuto a chi si sente inadatto allo yoga per un motivo o per l'altro. 🙏
Come si capisce benissimo da questi brevi video del mio canale YouTube, ho cercato di raccontare la verità: non ci troverai video belli e patinati e nemmeno imprese strabilianti o posizioni difficilissime, ma troverai la mia pratica reale, quotidiana, ripresa col cellulare per controllare gli allineamenti (perché si sa che l'osservatore spesso è distratto e gli serve un aiutino esterno), magari già col TG acceso, a pratica finita prima di correre a fare la doccia e cenare...

My real yoga! 🧘🏼‍♀️

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