Pillole di yoga!
La prima posizione "difficile" che ho desiderato imparare è stata la verticale sulla testa (salamba shirshanana, in inglese headstand). Lo so, non è particolarmente originale: ormai bombardati come siamo dallo yoga sui social, chi non posta una foto in verticale? Di sicuro ho iniziato a desiderare di saper fare questa posizione troppo presto rispetto al mio livello di pratica, ma alla fine è stato un piccolo obiettivo che ha dato un'intenzione e tanta soddisfazione nel periodo del lockdown.
In molti scoraggeranno l'insegnamento e l'apprendimento di questa posizione e ne posso capire i motivi: le posizioni invertite possono essere spaventose per alcuni, si può cadere e magari praticando in posti stretti ci si può fare male, urtando contro mobili od oggetti e infine il nostro corpo e la nostra pratica potrebbero non essere ancora pronti ad affrontare le inversioni, rischiando piccoli infortuni su parti delicate come il collo o le spalle. A volte, invece, ho trovato delle resistenze a priori nell'affrontare le verticali, in particolare ho spesso sentito dire che nella posizione corretta e completa la testa non dovrebbe toccare terra, ma ci dovrebbe essere lo spazio di un foglio tra la testa e il pavimento… Onestamente, però, non ho mai visto praticare questa finezza: per poter staccare la testa, anche solo leggermente da terra bisogna avere un grande controllo del corpo e una grande forza a livello di core, spalle, braccia e dorsali: passare da shirshasana a pincha mayurrasana, la verticale sugli avambracci, come esasperazione del concetto di avere la testa sollevata da terra, presuppone un livello di pratica non comune. Al contrario, effettivamente, ci sono anche semplificazioni forti nell'affrontare queste posizioni e spesso, pur di arrivare in verticale, si utilizza il muro, oppure si fanno movimenti bruschi non raccomandabili e salti.
Credo che, come accade spesso, la via mediana sia la migliore: se, come me, non hai paura delle posizioni capovolte e hai desiderio di sperimentare e una certa consapevolezza del corpo e della pratica, potrebbe essere interessante iniziare il percorso verso le verticali!
Ogni posizione ha un viaggio soggettivo: bisogna sentirsela, praticare in sicurezza e non forzarsi, ma anche non farsi condizionare troppo dalle esperienze degli altri, dai loro tempi e dal sentito dire: inutile seguire le inclinazioni degli altri! In particolare, mettiamo in conto tempo, pazienza, calma e rispetto del corpo: proviamo e riproviamo, con tutte le attenzioni, senza fretta e senza esibizionismi, soprattutto senza confronti con gli altri.
🤸 Ma perché è bello praticare le posizioni invertite e fare le verticali?
- fanno bene al corpo e alla mente: i flussi corporei vengono invertiti, per cui la circolazione sanguigna e linfatica viene alleggerita e rivitalizzata (questo ha un effetto benefico sulle gambe appesantite e la prevenzione delle varici); inoltre, il sangue affluisce al cervello più velocemente, garantendo un'ossigenazione forte e una presenza di mente e velocità di stimoli; infine, con le testa all'in giù, togliamo gravità agli organi addominali e toracici, distanziando in modo diverso dal nostro quotidiano la pressione interna e donando spazio e sollievo;
- stimolano i chakra superiori, agya e sahasrara, sicuramente per via dell'appoggio della testa a terra di shirshasana, ma anche per la stimolazione che questi chakra ricevono dall'afflusso del nostro sangue;
- rafforzano il corpo, in particolare il core, le braccia, le spalle (terzo e quarto chakra) e ci danno fiducia e coraggio, maggiore equilibrio e adattabilità alle situazioni diverse dal previsto: insomma fanno bene a tutto il corpo e coinvolgono tutti i chakra!
invertono i punti di vista: da un piano più sottile e "metaforico" ci aiutano a stare in situazioni in cui i punti di vista sono capovolti!
- secondo alcuni le posizioni invertite, per tutti motivi che abbiamo citato, sono da considerarsi come le posizioni dell'eterna giovinezza.
- Praticare sempre le inversioni a corpo caldo, verso la fine della pratica ed evitarle assolutamente in caso di cervicalgia, ernie o protusioni vertebrali del tratto cervicale, ipertensione, pressione oculare alta e glaucoma, labirintite. Entriamo e usciamo da shirshasana con calma e attenzione e compensiamo sempre con balasana e movimenti dolci del collo
- Non saltare in posizione: più controllo riusciamo ad avere nel portare il bacino sopra le spalle, camminando coi piedi verso la testa e il viso e nello staccare i piedi da terra lentamente e maggiore sarà la nostra consapevolezza nella posizione. Piano piano il nostro corpo arriverà al giusto equilibrio senza slanciare le gambe per arrivare in posizione a tutti i costi, m soprattutto in sicurezza
- Gradualità: prendiamo il tempo e la pazienza di lavorarci con gradualità e via via prendere consuetudine con la posizione, progredendo nel restare più a lungo in posizione o introducendo delle varianti per esempio della posizione delle gambe, aggiungendo poi movimento, torsioni o altro, oppure imparando le varianti nella salita e discesa (gambe in dandasana, gambe divaricate da prasarita, etc)
- Non usare il muro: con i tre appoggi di testa e avambracci come base su cui lavorare l'utilizzo del muro, secondo me, è completamente superfluo, perchè ci permette di poter lanciare le gambe ben oltre la linea di bacino e spalle senza cadere, ma senza grande consapevolezza e ci illude di essere saliti in posizione, legandoci alla sua presenza sicura. Se abbiamo paura di cadere, è preferibile lavorare vicino a un muro, ma senza usarlo come freno: la nostra pratica ane guadagnerà molto: ogni cosa al momento giusto!
- Se cado? Se perdiamo l'equilibrio possiamo semplicemente fare una capriola, come quando eravamo bambini, vi ricordate? Rispolveriamo le capriole e proviamo a farne qualcuna per non essere colti alla sprovvista. Oppure teniamo vicini, ma non vicinissimi a un muro.